Dopo un intenso fine settimana a Valencia, Nick Harris ci conduce nel mondo dei giochi mentali che alcuni piloti hanno adottato per ottenere vantaggi psicologici durante la lotta per il titolo mondiale.

Il duello tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin nel Gran Premio Motul de la Comunitat Valenciana ha evidenziato l’importanza dei giochi psicologici quando si gioca il tutto per tutto in un ultimo Gran Premio di campionato. Con -21 punti e 37 ancora in palio, Martin ha adottato varie tattiche per mettere pressione a Bagnaia, mantenendosi sempre alle sue spalle durante le prove. Tuttavia, Pecco Bagnaia ha gestito la situazione in modo impeccabile, confermando la sua superiorità nel giorno della gara e aggiudicandosi il titolo.

Questo non è certo il primo episodio di giochi mentali nella storia della MotoGP. Piloti come Barry Sheene, Kenny Roberts e Valentino Rossi sono stati maestri nell’arte di mettere in atto strategie psicologiche per destabilizzare i loro avversari.

Barry Sheene, due volte campione del mondo in 500cc, era noto per le sue tattiche eccentriche. Durante le gare in casa, arrivava sullo schieramento fumando una sigaretta con il casco già indossato, con un buco appositamente fatto per fumare. Esaminava attentamente le gomme posteriori dei suoi rivali, cercando di capire le loro scelte. Anche nei confronti della stampa, rendeva la sua presenza complicata. Tuttavia, non sempre queste strategie hanno funzionato, come dimostrato dalla vittoria di Kenny Roberts, che strappò il titolo a Sheene.

Kenny Roberts, a sua volta, ha messo in atto diverse tattiche nel 1983 a Imola, cercando di ostacolare Freddie Spencer nella sua corsa verso il titolo. Roberts accelerava e rallentava il passo, sperando in una caduta di Spencer o in un rientro di Eddie Lawson, ma senza successo. Spencer si laureò campione del mondo, dimostrando che i giochi mentali non sempre portano al successo.

Valentino Rossi è un altro maestro dei giochi psicologici. Ha sconfitto rivali come Max Biaggi e Sete Gibernau sia in pista che fuori, grazie a performances straordinarie e a astute strategie mentali. Anche se i giochi psicologici non sempre determinano l’esito delle gare, hanno sempre giocato un ruolo nel mondo della MotoGP e continueranno a farlo.

Ph: MotoGp