inalmente condizioni meteo stabili per il terzo round della Coppa Italia Velocità, appuntamento disputato il 24 e 25 giugno al Mugello. Oltre 300 piloti si sono dati battaglia nel Trofeo Italiano Amatori, Dunlop Cup, Pirelli Cup e Yamaha R3 Cup. Ventuno gare in tutto, divise tra le Sprint Race da sette giri del sabato e le gare della domenica su dieci giri.

Trofeo Italiano Amatori

Classe 600 Base

E’ il trentunenne salernitano Marco Senatore (Yamaha), già vittorioso a Vallelunga, ad imporsi nella gara sprint del sabato. Partito con il secondo tempo, Senatore ha condotto per tutti e sette i giri, precedendo prima il diciannovenne romano Simone Di Mario (Yamaha) e poi il trentanovenne altoatesino Daniel Bona (Yamaha). A due giri dal termine i due inseguitori si sono infatti scambiati le posizioni; così, mentre Senatore siglava la sua doppietta, Bona, secondo, riscattava la caduta di Vallelunga quando era nelle primissime posizioni e Di Mario coglieva il miglior risultato della sua ancor breve carriera. Nell’arrivo allo sprint per le piazze d’onore si è inserito anche Lorenzo Dalle Crode (Kawasaki), autore di un eccellente recupero, mentre al 5° classificato, Andrea Paveto (Kawasaki), poleman, è rimasta la soddisfazione del giro più veloce, in 2’02”5. Nella Rookie 600 si impone la wild card Paolo Ballini (Kawasaki), 8° assoluto, mentre tra gli iscritti alla categoria prevale Manuel Albertini (Kawasaki), 14° assoluto, che fa registrare un netto progresso rispetto al 2022 e si installa dunque al vertice della generale.

Regala grande spettacolo la gara della domenica della 600 Base: a dare vita ad una battaglia per la vittoria di incredibile intensità sono in tre, Di Mario, Senatore e Dalle Crode, che terminano in quest’ordine. Ma in realtà, esattamente a metà corsa, il gruppo di testa è formato addirittura da ben sei piloti, con Senatore e Bona che si avvicendano al comando dello scatenato plotone e Paveto e la wild card Matia Badio (Honda) che lo completano. Poi i primi tre conquistano un po’ di margine e si assiste a scene estremamente emozionanti: le traiettorie si incrociano, le distanze si riducono, il giovane romano Di Mario, in testa al settimo giro e poi nelle ultime due tornate, deve pelare un po’ il gas in rettilineo per non rischiare la collisione; ma Senatore e Dalle Crode, proprio all’inizio del giro finale, entrano in contatto, in maniera del tutto occasionale. Di Mario non si lascia scappare l’occasione e conquista un minimo vantaggio che riesce a conservare fino alla bandiera a scacchi, chiudendo ogni possibile varco. Il trevigiano Dalle Crode, 21 anni, al primo anno di corse, si scusa con Senatore, non avendolo sentito arrivare; ma sull’evento non ci sono equivoci. Bona stabilisce il giro più veloce in 2’02”6, Senatore è sempre più ”uomo di classifica”. Nella Rookie 600 ancora brillante prestazione del trentacinquenne trentino Albertini che, finalmente in possesso di una moto competitiva, curata dal tecnico e rivale Domenico Savarese, riesce a sfruttarne tutte le potenzialità (sua la maggior velocità massima, in 262,1 km/h) e si impone nettamente nel raggruppamento.

Classe 600 PRO

Dopo la sorpresa delle qualificazioni, che vedono svettare il trentanovenne bolognese Samuele Cini (Yamaha), vecchia conoscenza del trofeo, al rientro, come wild card, dopo 4 anni di assenza, la gara sprint della 600 Pro conferma che lo specialista delle R6 è ancora competitivo. Cini dà infatti battaglia, conduce anche per due giri, a metà corsa, ed è protagonista della spettacolarissima bagarre che vede come altri protagonisti Gianluigi Rizzo (Yamaha) e il vincitore di Vallelunga Davide Giostra (Yamaha). Nelle ultime tre tornate il quarantaduenne bergamasco assume più decisamente il comando delle operazioni, Cini – che comunque stampa il giro più veloce in 1’58”4 – accusa la mancanza di allenamento e Giostra perde leggermente terreno. I tre concludono quindi in quest’ordine, precedendo Mirko Zappon (Yamaha), che sembra aver finalmente terminato il lungo percorso di ripresa dopo l’incidente del 2022 (all’ultimo intervento al polso si è sottoposto dieci giorni prima di Vallelunga), e Roberto Torretta (Yamaha), primo della 600 Avanzata. Il pilota lombardo si piazza immediatamente davanti a Massimiliano Fenu (Yamaha) e Alessio Fatigato (Yamaha) che completano con lui il podio di questo raggruppamento.

La gara della domenica della 600 Pro vede invertirsi le prime due posizioni: Cini riesce infatti a vincere davanti a Rizzo che pure ci prova in ogni modo a fare il bis del sabato. Sul terzo gradino del podio sale invece Zappon (la cui riabilitazione si può dunque considerare ora piena) che proprio all’ultimo giro ha la meglio su Mirco Sadler (Yamaha). Il trentino, alla prima gara stagionale, perde nelle battute finali anche la quarta posizione, conquistata dal suo eterno rivale Fenu; i due occupano così le prime due piazze della 600 Avanzata e Fenu dedica il suo primo posto a Federico Esposto, il collega scomparso in un incidente di gara alla fine della passata stagione. Rizzo, da parte sua, ce la mette veramente tutta per avere ragione del “missile-Cini” che, in più di un’occasione, compreso l’arrivo, sfoggia le doti velocistiche della sua R6 del 2016, che naturalmente prepara di persona. Si ricordano almeno due sorpassi del gommista bergamasco Rizzo su Cini alla Bucine e uno alla Casanova-Savelli; ma inesorabilmente il bolognese rimonta in rettilineo, superando di poco i 270 km/h, di gran lunga massima velocità della gara. Il vincitore, che stampa anche il giro più veloce in 1’58”0, attribuisce il merito della sua affermazione anche ad una gomma posteriore nuova. Sia nell’Avanzata sia nella Pro i risultati delle prime tre prove non indicano la netta prevalenza di alcun pilota e regna dunque l’equilibrio

Classe 1000 Base

Il racconto della gara sprint della 1000 Base non può non partire dalla fine, dall’emozione, anzi dall’autentica commozione che impedisce al vincitore, Lorenzo Comandini (Ducati), perfino di parlare. E’ stata una prova bellissima che ha avuto tre grandi protagonisti: il quarantacinquenne spazzacamino cesenate, il vincitore di Vallelunga, Marco Valeriani (Honda), che chiude al secondo posto, e Mirko Federzoni (Ducati), che fino a oltre metà gara fa parte del gruppetto che lotta per la vittoria. Anche l’epilogo merita di essere raccontato: il trentottenne ciociaro Valeriani passa a condurre al penultimo giro e guida in testa durante l’ultima tornata; sul rettilineo d’arrivo, mentre si volta alla sua destra per scambiare un cenno di soddisfazione col suo muretto, Comandini, che sapeva di poter contare su un grande motore, sfila alla sua sinistra e lo precede di 51 millesimi! Sul terzo gradino del podio sale meritatamente Cosimo Damiano Massa (BMW) che per sette giri ha guidato il gruppo degli inseguitori. Sul podio, sincero scambio di complimenti e di reciproche felicitazioni tra Comandini e Valeriani; quest’ultimo, autore del giro più veloce in 2’00”8, comincia a proporsi come “uomo di classifica” della 1000 Base.

Posizione nella gara della domenica della 1000 Base invertite rispetto a quelle del sabato. Vince infatti Valeriani su Comandini e ora il fisioterapista di Frosinone può veramente cominciare a pensare al campionato. La prova ha essenzialmente tre protagonisti: Comandini, in testa per i primi sei giri, sempre francobollato da Valeriani; il ciociaro che comanda negli ultimi quattro, e Federzoni, terzo all’arrivo, che non li molla mai ma non riesce neanche ad insidiarli. Fa un po’ gara a sé Emanuele Vocale (Honda) che agisce da cerniera tra il gruppetto di testa ed un incredibile battaglione di inseguitori che arriva ad essere composto addirittura da otto unità. Comunque Valeriani, prima di portare l’affondo vincente, fa una gara più di attesa poi, sul rettilineo finale, assume la modalità-biscione, ondeggiando per non rischiare di farsi prendere la scia da Comandini; a sua volta il romagnolo, disponendo di un’ottima moto, prima prova ad andar via, segnando subito il giro più veloce in 2’00”2, poi tenta la zampata all’ultima tornata, ma Valeriani non si lascia sorprendere. Il quarantaduenne impiantista modenese Federzoni soffre il caldo al pari della sua moto, che perde un po’ di potenza. La gara del gruppone vede prevalere Francesco Mancini (BMW), 5°.

Classe 1000 Avanzata

Quella della 1000 Avanzata è probabilmente la gara sprint più spettacolare del programma degli Amatori. Vince il quarantaduenne piacentino Christian Fortunati (Honda) che precede di poco più di un decimo la wild card Alessandro Spaggiari (BMW) mentre ad un secondo e mezzo terminano, allo sprint, Andrea Ruggeri (BMW) e Luca Ariosto (Yamaha). Ma questi quattro, fino a metà gara insieme a Fabrizio Brandoli (BMW), poi quinto all’arrivo, ingaggiano una battaglia straordinaria, racchiusi nel classico “fazzoletto”. Gara più solitaria, ma molto positiva, fanno gli altri inseguitori Massimiliano Belletti (BMW) e Francesco Pianigiani (Honda, wild card), poi 6° e 7°, mentre alle loro spalle lotta un altro gruppo scatenato. Fortunati, che stampa il giro più veloce in 1’58”3, è stato nel 2017 campione della 600 Avanzata, era alla prima gara con la 1000 e per la prima volta al Mugello con la cilindrata maggiore. Il poleman Spaggiari porta un nome famoso: il grandissimo Bruno, ora novantenne, reggiano come lui, protagonista del motomondiale ma soprattutto, con la Ducati, delle prime 200 Miglia di Imola, è infatti cugino del suo babbo. Comunque Spaggiari si è dichiarato molto soddisfatto, anche per la perfetta messa a punto della sua moto. Da sottolineare il gesto intelligente compiuto dal terzo, Ruggeri, che, avendo visto la sua moto fumare, ha preferito fermarsi per non rischiare di sporcare la pista d’olio: è così arrivato al podio sul “carro scopa” ma tra gli applausi di tutti.

Dieci giri tutti in testa potrebbe far pensare ad una gara della domenica tranquilla per la wild card Spaggiari ma, come è noto, non c’è competizione del trofeo Amatori in cui questo aggettivo abbia nazionalità. Addirittura in questa 1000 Avanzata si assiste ad un fenomeno raro ma non unico: con la griglia di partenza più affollata (39 piloti), al terzo giro si forma un serpentone di venti piloti racchiusi in dieci secondi, praticamente un unico gruppo di testa! Il vincitore del sabato, Fortunati, tenta in tutti modi di attaccare Spaggiari ma il reggiano forza e va via. E poi nel finale il trentaduenne manutentore jesino Ruggeri gli soffia anche la seconda piazza; dal podio il bravo e modesto pilota marchigiano spiega che le fumate del sabato del suo motore non erano ascrivibili ad un problema grave ma che risolutivi sono stati comunque il meccanico e il sospensionista; suo il giro più veloce in 1’57”5. Il bolognese Massimiliano Belletti (BMW), altro affezionato del trofeo, sbaglia il tempo dell’attacco finale su Fortunati, per il terzo posto, esce troppo presto dalla scia dell’avversario e vede così sfumare il podio per appena 50 millesimi. Di una straordinaria rimonta sulla sua pista non preferita si rende invece protagonista un altro volto noto, Gabriele Rossi (Yamaha), che risale dalla ventunesima posizione in griglia al quinto posto finale, siglando una serie incessante di sorpassi. Proprio il marchigiano è uno tra gli uomini da tenere d’occhio per la classifica.

RR CUP

Sono due giovani piloti gli assoluti protagonisti della gara sprint della RR Cup: si tratta del “baby” Thomas Crosato (Yamaha), trevigiano, classe 1998, e del senese Federico Sonnini (BMW), ventinove anni, che terminano nell’ordine, occupando le prime due posizioni. Crosato e Sonnini lottano veramente all’arma bianca per tutta la gara, si scambiano le posizioni (in un clima di grande cavalleria e correttezza) e se la giocano proprio all’ultima tornata: il toscano, che era andato in testa alla penultima staccata del Correntaio, chiude alla Luco per poter spigolare la Poggio Secco ma nel brevissimo rettilineo che raccorda le due svolte il veneto riesce ad infilarsi all’interno; poi difende la prima posizione e chiude vittorioso con tre decimi di vantaggio. Terzo è il poleman Mauro Bardelli (BMW), costretto a recuperare dopo una cattiva partenza; suo comunque il giro più veloce, in 1’56”2, che mostra tutte le sue possibilità; quarto Alex Bescotti (Honda) che ha detenuto a lungo la terza piazza e che, insieme a Bardelli e a Sonnini (al primo podio della sua carriera), si propone come “uomo di classifica”. Lazzaro Valsecchi (Yamaha) è dodicesimo assoluto e primo del raggruppamento 1000 Pro. Rimane fuori dalla griglia di partenza, per un curioso inconveniente, il veneto Elia Sebenico: secondo tempo in prova, per ben due volte si trova con la moto spenta proprio al momento del semaforo verde. Per fortuna tutti, evitando Sebenico e la sua moto fermi in prima fila, scongiurano il rischio di una pericolosa collisione. La gara, dato il secondo warm-up lap, si disputa quindi su sei giri.

Non è un semplice “bis” quello che concede Crosato nella gara della domenica della top class. Il venticinquenne veneto guida per otto dei dieci giri ma alle sue spalle c’è quasi sempre grande bagarre con un gruppo degli inseguitori inizialmente formato da almeno altri sei piloti. Poi, esattamente a metà corsa, l’episodio decisivo: Bardelli, che è al comando e che ha già fatto segnare un 1’56”0 che rimarrà poi il giro più veloce, dà gas all’uscita della Scarperia, perde il posteriore e scivola, Crosato riesce ad evitarlo mentre Sonnini, che è ancora in forte piega, per evitare sia il pilota sia la sua moto, che vede proprio in traiettoria, tocca appena il freno anteriore ma gli si chiude l’avantreno e scivola anche lui. Una vera disdetta per il senese che fino a quel momento aveva molto brillantemente amministrato la situazione. Così Crosato, che ha cambiato la gomma posteriore e scelto una mescola diversa, può allungare, prima su Christian Micochero (Yamaha) poi sulla wild card Matteo Minganti (Yamaha), che conquista il secondo posto; il trentaseienne geometra imolese, esordiente assoluto con la massima cilindrata, è stato fermo una dozzina di anni – dopo dieci di competizioni – fino ad essere approdato nel 2022 alla 600 Pro. Così sul terzo gradino del podio, con un travolgente finale, sale il sardo Libero Peppino Cirotto (Honda) che solo per la gara della domenica è riuscito a trovare la quadra tecnica, distinguendosi in un confronto veramente difficile. Ora è naturalmente Crosato l’osservato speciale per la classifica generale. Nel raggruppamento 1000 Pro, Valsecchi è ancora il migliore, migliorando nettamente la sua posizione nell’assoluta in cui finisce sesto.

Rookie Challenge 1000

La griglia di partenza del Rookie Challenge 1000 ha reso idealmente omaggio a Salvatore Pisanelli, il pilota di 53 anni che ha perso la vita in un incidente verificatosi, senza cause apparenti, giovedì, durante una giornata di prove libere. “Salvatore era orgoglioso di correre con noi, era un grande appassionato, faceva parte del nostro mondo e avrebbe voluto essere al via di questa gara” è il messaggio degli organizzatori. Tutto il Trofeo Italiano Amatori si è stretto con affetto e rimpianto alla famiglia.

La gara vede il successo di Bruno Erik (Ducati), che parte dalla pole position. Il quarantasettenne milanese, “commerciale” in un’azienda brianzola, disputa una gara tutta in testa, come sperava, visto anche il buon esito dei test e il comportamento eccellente della sua moto. Effettivamente la Ducati di Bruno si distingue quando il pilota commette un piccolo errore, giungendo appena lungo alla Bucine. I due avversari che lo inseguivano già distanziati di oltre due secondi, il cinquantatreenne carrozziere pratese Gianni Piscitelli (BMW) e il suo grande avversario nella stagione 2022, nel Rookie Challenge 1000 “base”, Gianfranco Stringaro (Honda), lo raggiungono, lo sorpassano, ma al lombardo basta un rettilineo per lanciare la cavalleria della sua moto e riprendere il comando delle operazioni. Per Bruno, dunque, prova molto brillante, sugellata anche dal giro più veloce in 2’02”1. Il migliore del Rookie Challenge 1000 “base” è il ventinovenne imprenditore marchigiano Alessandro Cestaro (BMW), quarto assoluto, per la prima volta in gara con la mille, per la prima volta al Mugello.

Yamaha R3 Cup

La Yamaha R3 Cup bLU cRU al Mugello ha visto un’emozionante battaglia per la pole position, con Alessandro Di Persio che ha confermato la sua supremazia. Nonostante i tentativi di Marco Truoiolo di strappargli la pole, Di Persio ha mantenuto la prima posizione in griglia di partenza per la gara.

La gara sprint è stata un’esperienza mozzafiato, con sette giri ricchi di sorpassi e spettacolo fino all’ultimo traguardo. Alla fine, Alessandro Di Persio del team Roc’n’Dea ha dimostrato la sua forza, aggiudicandosi il primo posto sul podio, seguito da Marco Pelusi del team Geko Bike Factory al secondo posto e Samuel Treccani del team Roc’n’Dea al terzo posto. I tre vincitori si sono aggiudicati anche la classifica assoluta #bLUcRU.

Domenica la gara ha portato ancora più entusiasmo nella Yamaha R3 Cup bLU cRU, con emozionanti battaglie e sorprese. Il team Geko Bike Factory ha ottenuto la sua prima vittoria grazie a Mattia Bosello, che ha tagliato il traguardo come vincitore. Alle sue spalle, Guido Fina del team WRT ha conquistato il secondo posto, seguito dalla wild card Gianmaria Ibidi del Team03. Nella classifica Senior, Simone Bonaccorso del team VR3 ha raggiunto il primo gradino del podio, seguito da Irene Bramato del team DM corse by Lazio motociclismo al secondo posto e Nicholas Di Teodoro del team D’Ettorre al terzo posto.

Pirelli Cup

Non sono mancate le emozioni a caratterizzare le gare della due classi del trofeo monogomma Pirelli, con la sua formula particolare capace di garantire spettacolo e allo stesso tempo di formare i giovani piloti, ma anche di offrire a tutti la possibilità di essere protagonisti. Un fine settimana che ha gremita la griglia della gettonatissima classe 1000 e che ha evidenziato ancora una volta la grande passione per la velocità su pista e l’interesse sempre maggiore che questo sport continua a dimostrare con il numeroso pubblico sugli spalti durante i tre giorni di gare, nonché i numerosi addetti ai lavori attenti a scrutare i giovani talenti e a restare stupiti dall’altissimo livello raggiunto dalle prestazioni dei piloti in pista.

600

Edoardo Aquilano su Yamaha del Team Rosso & Nero con la firma sulla pole position mette subito in chiaro le intenzioni del week end con una netta vittoria nella gara sprint del sabato e la replica anche nel round di domenica e in entrambe il giro veloce in gara. Una chiarissima e netta dimostrazione di forza e di bravura per il giovane talento. A completare il podio nella gara del sabato altre due Yamaha con rispettivamente Mattia Capogreco in seconda posizione e Roberto Ferrara. Domenica ad interrompere il dominio della casa dei tre ci pensa Bryan D’Onofrio che porta la sua Kawasaki del Team MRT Corse sul secondo gradino del podio, mentre si conferma un grande Roberto Ferrara in terza posizione.

1000

Mattatore assoluto del week end è Doriano Vietti Ramus su Aprilia con Team RR di Dario Alberti. Pole, gara sprint del sabato, gara della domenica e giri veloci in gara. Un cannibale sportivo che non ha lasciato spazio agli avversari né la possibilità di essere impensierito per la vittoria assoluta sotto la bandiera a scacchi. Nella gara del sabato in seconda posizione si conferma Jarno Ioverno ( Bmw 322 Racing ) ed in terza piazza Riccardo Morelli ( Bmw Adriatica Racing con il team Katta Racing), in quella clou della domenica ancora protagonista Riccardo Morelli ( Bmw Adriatica Racing ) che sale sul secondo gradino del podio precedendo un inossidabile Alessandro Torcolacci ( Bmw MC Firenze ) che chiude in terza posizione.

Dunlop Cup

Sia la categoria regina che quella cadetta hanno regalato sfide emozionanti e ricche di colpi di scena, contribuendo al rimescolamento dei valori nelle classifiche generali.

Nella classe inferiore, a tagliare per primi il traguardo sono state due wild card d’eccezione; al sabato Daniel Munoz Fernandez ha rifilato addirittura più di 5 secondi agli inseguitori, mentre nella domenica a far la voce grossa è stato Michael Canducci. Lo spagnolo è partito inoltre dalla prima casella grazie alla pole position virtuale di 1’55.305; ricordiamo però che, essendo registrati in qualità di wild card, non ricevono punteggio e sono altresì invisibili ai fini della classifica.

Al netto dei piloti presenti in forma occasionale, a monopolizzare dunque la categoria BIG SSP ci ha pensato il Campione in carica: Tarizzo Guglielmo si è ripresentato infatti al trofeo monogomma con il tabellino che recita punteggio pieno. L’alfiere del Gully Racing team ha firmato la pole al sabato mattina in 1’56.737 ed è stato in grado di primeggiare in ambedue i round, con tanto di giri veloci rispettivamente di 1’56.907 e 1’56.651 in sella alla propria Ducati Panigale V2. Sorride a metà Riccardo Picciuto del team ERS Corse Ducati Pisa, secondo di categoria nella sprint race ma ritirato alla domenica a causa dell’incidente causato dalla wild card Borgonovo Stefano (8° al sabato). Tale contatto ha provocato inoltre l’esposizione dai parte dei commissari della bandiera rossa e quindi all’interruzione momentanea della gara, accorciata poi a 8 tornate. Paolucci Mattia colleziona una medaglia di bronzo ed una d’argento, anche se la prestazione del portacolori della squadra Ducati Grandi Corse non è stata esente da qualche difficoltà, come testimoniano il 16° e l’8° posto assoluto. Assente invece Sabatini Iacopo.

La classifica vede ora al comando Picciuto con 104 lunghezze, seguito da Paolucci a 62 e da Tarizzo che sale a 59.

Nelle 600 svetta Settimo Nicola, poleman al sabato con il riferimento di 1’58.549, vincitore nel round 4 con tanto di best-lap in 1’59.477 e nuovamente sul gradino più alto di categoria alla domenica grazie al 4° posto assoluto. A “scippare” l’atleta del team MRT Corse Kawasaki del punteggio pieno ci ha pensato l’ottimo Dodaro Roberto, che oltre al doppio secondo posto si toglie lo sfizio di strappare il giro veloce nella seconda gara con il crono 1’58.636 in sella alla Yamaha della formazione Innovation Racing, valevole per ulteriori tre preziosi punti in classifica. Paoloni Andrea (WYSS Motorsport Team Yamaha) si prende la coppa di bronzo nel round 4 mentre resta ai piedi del podio nel round 5 in favore di Besana Giorgio (Seven Team Yamaha), che a sua volta nella sfida del sabato non è riuscito ad andare oltre l’ottavo posto. Quarto e sesto Cionna Nicolò (Team Yamaha MC Foligno), solo sesto ed ottavo Davide Frusconi (R4 Racing Team Yamaha).

Lumina Nazzareno (Team Kawasaki Pedercini), seppur con due prove in ombra che lo vedono quinto in entrambe le contese, mantiene comunque la leadership in classifica con 101 lunghezze, seguito da Settimo che balza al secondo posto con 88 punti e da Paoloni ad 81. Insegue Frusconi a 79, poi Dodaro a 62.

Alle competizioni hanno preso inoltre parte le wild card Stefano Valla (4° sabato, ritirato domenica), Davide Galloni (7° e 5°), Alessandro Sità, Marco Passerelli e Gabriele Nigro.

Terminano invece senza intoppi le due dispute della classe regina, con un grande Baggi Giovanni mattatore del fine settimana nei PRO: il pilota Yamaha, dopo aver siglato la pole position in 1’55.630, porta a casa anche la duplice vittoria con tanto di best-lap in 1’55.842 e 1’55.271. Il patron del team Aviobike si lascia così alle spalle lo sfortunato weekend di Vallelunga, mettendo a referto due giorni a punteggio pieno nel tracciato toscano.

Escludendo le wild card rappresentate da Davide Eccheli (2° sabato, ritirato domenica), Piotr Falat (6° e 4°), Florian Husler (8° e 6°) e Stefano Pedrini (9° e 6°), è interessante notare come l’ordine di arrivo, nelle prime sei posizioni, sia identico in entrambe gare. Due piazze d’onore spettano alla punta di diamante della squadra BMW Skimoto Racing Team Nicola Scienza, in grado di regolare il pluridecorato Sebastiano Zerbo del Team Yamaha S. Evolution sia nel round 4 che nel 5, che rientra dunque nella natia Sicilia con le coppe di bronzo ma soprattutto con la momentanea leadership in classifica (84 punti), complice il forfait di Angelo Raffaele Rubino.

Duplice quarto posto prenotato da Alberto Gini (Team Kombat Yamaha), seguito in ambedue i confronti da Nicola Ruggiero (Team Aprilia RN Corse) e da Claudio Biasini (Ombra Racing Team Ducati). Marco Para (Yamaha Kombat Team) è settimo in Gara-1 mentre costretto al ritiro alla domenica.

La cortissima graduatoria generale, con Zerbo appunto nuovo capo-classifica, vede Rubino scalare al secondo posto con 71 lunghezze davanti a Ruggiero a quota 70, Scienza a 69 e Gini a 67. Baggi si riporta in corsa per l’alloro salendo a 62 punti.

Terminando con i 1000 Rookie, Fabrizio Zicchera e Fabio Gazzarri si contendono i primi due posti nelle due gare. Il portacolori del team Kawasaki Kuja Racing, poleman tra l’altro grazie al tempo di 1’57.480, esce vincitore nella gara sprint del sabato (7° assoluto) lasciando l’argento al pilota di BMW Crazy Old Men, caparbio però nel riuscire ad invertire le posizioni alla domenica per appena 90 millesimi sulla linea del traguardo con l’8° posto assoluto. I sei punti in palio per i giri veloci delle manche spettano a Zicchera, con i riferimenti di 1’57.901 e 1’57.119.

Thomas Stringara (Team Aprilia Ombra Racing) e Nicola Micera (Team (BMW Kuja Racing Team) seguono lo stesso trend dei rivali davanti e si spartiscono il terzo gradino del podio ed il quarto posto. Abbonato al sesto posto Gilberto Molari (Team Eleven Kawasaki).

Chiude un weekend sottotono rispetto a quanto dimostrato fino ad ora il debuttante Orhan Yakut, rivelazione del trofeo che deve però accontentarsi di due quinti posti; il turco del team Wheeling Yamaha resta comunque primo in classifica con 101 punti, ma con il gap da Zicchera assottigliatosi ora a 6 lunghezze ed a +13 da Gazzarri.

Giornate da dimenticare alla svelta per Riccardo Di Pietrogiacomo (Team Prata Motorsport Ducati), vittima di due ritiri. Terminano nelle retrovie le wild card Alessandro Di Virgilio e Rafael Drewnicki.

La Coppa Italia Velocità torna il 30 settembre e 1 ottobre a Misano per il quarto ed ultimo round stagionale.