Soddisfazione per il test nella Africa Eco Race del prototipo sviluppato da Engines Engineering. Diventerà un kit per i privati e su richiesta sarà disponibile anche un modello “replica” completo.
Il collaudo nella Africa Eco Race di Mina, il prototipo sviluppato da Engines Engineering sulla base di una Ducati DesertX, ha dato risultati più che soddisfacenti. Dunque è confermata la commercializzazione di un kit che permetterà di trasformare le Ducati DesertX di serie con un look simile alla moto per i rally africani.

Paolo Caprioni, 62 anni e alla sua quinta partecipazione ad Eco Race, dopo avere dato le indicazioni per definire le caratteristiche tecniche del progetto, ha portato la moto al traguardo senza incontrare particolari problemi nemmeno nei tratti più duri e sulle dune di sabbia, classificandosi in 20ª posizione.
Il tutto con una organizzazione essenziale: le squadre dei bicilindrici ufficiali avevano al seguito dei bilici, Caprioni si è limitato a un meccanico e due cassette di ricambi trasportate sul camion di un altro team.

Questo perché il focus non era sulla prestazione ma sul comportamento della moto e sull’efficacia del progetto, che presenta molti elementi all’avanguardia. È stata trasformata tutta la parte posteriore ed è stato adottato un rivoluzionario forcellone in alluminio ricavato dal pieno, soluzione assolutamente inedita che ha permesso di risparmiare quasi 900 grammi rispetto all’unità di serie; tecnicamente è una scelta rivoluzionaria.
L’altro elemento avanzatissimo è il gruppo monoscocca telaietto posteriore/serbatoio del carburante in alluminio, che ha sostituito il telaietto posteriore in tubi della moto di serie, anche in questo caso con un notevole risparmio di peso.

Sul prototipo sviluppato dalla engineering bolognese ci sono numerosi altri elementi qualificanti: in particolare le sospensioni Öhlins sviluppate da Tiziano Monti di Imola in collaborazione con Andreani Group. L’escursione della forcella è di 300 mm mentre per quello che riguarda il posteriore, il forcellone è progettato in modo da avere una parte facilmente intercambiabile che può variare l’altezza della moto al posteriore e la corsa da 295 a 285 mm, per adattare l’assetto ai diversi terreni.
Gli uomini di Engines Engineering hanno anche disegnato una carrozzeria molto bella nelle forme ma soprattutto tale da mantenere la benzina il più possibile vicina al baricentro della moto, per centrare i pesi a vantaggio della guidabilità.
Con lo stesso obiettivo, trattandosi di una moto destinata soprattutto ai rally veloci, è stato allungato l’interasse per aumentare la stabilità.

Il motore portato in gara da Caprioni era meccanicamente di serie, molto lavoro invece è stato fatto sulla centralina sviluppata all’interno di EE per adeguare le mappature alle particolari condizioni di un rally nel deserto.

Ora resta solo da mettere in produzione il kit con le modifiche e verificare la richiesta di moto “replica”. I tempi di commercializzazione non sono ancora stati definiti ma saranno molto brevi.