Tra un po’ l’Italia compie due mesi, l’Italia che i primi del mese scorso si è svegliata accorgendosi di essere fragile sia dal punto di vista della salute sia da quello dei valori morali, che spesso esaltiamo. Il veloce propagarsi del coronavirus ha prima terrorizzato e poi comprensibilmente iniziato a stufare gli italiani. Certo, sarebbe più che irresponsabile forzare le competizioni a ricominciare fino a quando le cose non saranno sicure per la nostra salute, quindi è necessario pensare prima al futuro e uscire da questa situazione. Per nessuna competizione vale la pena rischiare una singola vita umana.

Il promotore Roberto Bianchini, di FX Action Goup, ritiene che “Fin quando non sapremo con certezza quali sono i tempi previsti per le riaperture degli impianti, non potranno esserci le basi per poter rispondere a quando e come ricominceremo”.

Cosa succederà ancora al motociclismo, Bianchini, se si continuerà a rimandare le gare?
R.B.: A livello sociale ed economico stiamo vivendo qualcosa che ha un impatto simile a una guerra. Purtroppo ci siamo trovati, nel giro di poche settimane, in una situazione che ha sconvolto tutto il mondo e il motociclismo è nella stessa drammatica condizione di tutti gli altri sport. Ovviamente, più stiamo fermi e più si accumulano i problemi per quando si ripartirà”.


Il problema vero nascerebbe qualora lo stato di emergenza dovesse perdurare più a lungo dell’immaginabile, in tal caso ci sarebbe il concreto rischio di non poter concludere, o in alcuni casi neppure iniziare i vari campionati. Quali sono i problemi maggiori che deve affrontare la tua organizzazione?

R.B.: “Va detto che il lavoro di FXAction non è organizzare materialmente i campionati, ma gestire l’immagine dei campionati per conto della Fmi. Il nostro lavoro è vincolato dai regolamenti federali, che a sua volta dovranno attenersi alle decisioni del governo sulla situazione sanitaria del Paese. Noi abbiamo già inviato delle proposte alla Federmoto su come disciplinare un’eventuale ripartenza degli eventi sportivi, ma poi le decisioni non spettano a noi. Se devo parlare a titolo personale, posso dire che ho fiducia che la stagione dei campionati italiani, almeno in parte, possa essere salvata”.


L’eventualità, ci auspichiamo remota, di vedere annullare tutti gli eventi per quest’anno, cosa comporterebbe per la preparazione atletica dei piloti?

R.B.: “Credo che il problema della condizione fisica dei piloti sia l’ultimo della lista: tutti i ragazzi in questo periodo hanno continuato ad allenarsi a casa loro, cercando di preservare perlomeno il tono muscolare. Chiaramente avranno bisogno di sedute in moto per riprendere il feeling prima di ricominciare con le gare, ma a livello atletico credo che stiano tutti abbastanza bene. Se invece parliamo di contratti e percorsi di carriera, allora il discorso è diverso e cambia per ogni pilota, con la costante che per tutti perdere un’intera stagione sarebbe un grosso danno”.

 

Quali sono le conseguenze a livello imprenditoriale, economico e sportivo per la tua società che, come altre, sarà legata al business degli sponsor?
R.B.: “FXAction gestisce una media di 30 gare all’anno, e quest’anno sarebbero state anche di più. Il nostro lavoro è possibile grazie al supporto dei partner che decidono di investire sui nostri campionati, ma se le gare non si corrono è chiaro che il meccanismo non funziona più. Credo che moltissimo dipenderà dagli sviluppi delle prossime settimane, anche in base agli interventi che il governo metterà in campo per far ripartire l’economia del Paese. Se non c’è benessere, lo sport è fermo”.

Con gli altri Promoter italiani vi state confrontando per una soluzione comune da proporre alla Federmoto?
R.B.: “Noi, come detto, abbiamo inviato il nostro pacchetto di proposte alla Federazione e immagino che gli altri promoter abbiano fatto lo stesso. Le esigenze dei vari promoter, più o meno, sono le stesse per tutti. Poi ci sono le esigenze dei piloti, quelle dei team e quelle dei moto club. La Federmoto ha il compito di ascoltare queste esigenze e prendere la decisione migliore possibile. Il punto fermo rimane che si possa tornare a correre presto, cosa che speriamo tutti”.

Ti ritieni soddisfatto di come la FMI e le istituzioni politiche hanno reagito per sostenervi?
R.B.: “Finora abbiamo vissuto (e stiamo ancora vivendo) un’emergenza sanitaria senza precedenti, per cui tutte le attenzioni sono state giustamente incentrate sulla salvaguardia e l’incolumità fisica dei cittadini. Ora però sembra che la situazione stia migliorando e che presto si potrebbe ripartire, allora lì servirà che le istituzioni non si dimentichino di tutti quelli che, come noi, in quest’emergenza hanno subito fortissimi contraccolpi a livello economico. Altrimenti il Coronavirus continuerà, sebbene indirettamente, a fare vittime”.